Castello di Rivoli Museo d’Arte contemporanea dal 5 aprile all’11 settembre Giovanni Anselmo (Borgofranco d’Ivrea, Torino, 1934) presenta la sua prima esposizione personale in un museo torinese. Tra i più importanti artisti italiani a livello internazionale, Anselmo ha esordito nell’ambito dell’Arte Povera nella seconda metà degli anni Sessanta, impegnandosi in una ricerca tesa a esaltare la presenza potenziale dell’invisibile nel visibile. I suoi materiali visibili sono elementi naturali e prodotti di origine industriale, spesso apparentemente umili: proiettori di luce, aghi magnetici, pietre di granito, fotografie, terra e porzioni di colore oltremare; tra quelli invisibili vi sono i campi magnetici, le onde elettromagnetiche, lo spazio in cui ci si trova e in cui ci si orienta. Realizzata in stretta collaborazione con l’artista, la mostra si sviluppa al terzo piano della Manica Lunga attraverso un percorso che, in linea con la ricerca dell’artista, esalta il movimento architettonico dell’edificio e il suo orientamento rispetto al movimento apparente del sole lungo l’asse est-ovest. www.castellodirivoli.org
Società Promotrice delle Belle Arti, dal 26 marzo al 26 giugno Attraverso uno scenario evocativo, la mostra racchiude oltre 3.000 immagini ispiratrici del grande artista. Le opere sono presentate grazie al sistema Sensory4 ™c che trasforma ogni superficie in arte: pareti, colonne e persino i pavimenti. Il visitatore è invitato ad accompagnare Van Gogh in un viaggio attraverso i Paesi Bassi, Arles, Saint Rémy e Auvers-sur-Oise, dove ha creato molti dei suoi capolavori. La particolare attenzione alle caratteristiche principali delle opere dell’artista offre l’opportunità di esaminare l’intricato uso del colore e della tecnica, mentre fotografie e video danno una visione delle fonti di ispirazione di Van Gogh. Ma il più grande piacere sta ampliare i propri sensi verso onde di immagini e suoni muovendosi come in una danza. La fruizione semplicemente visiva dei quadri viene dimenticata, a favore di un viaggio dove il pubblico diventa protagonista, interagendo con l’arte. www.vangoghtorino.it
Museo Ettore Fico, dal 10 marzo al 26 giugno Un centinaio di opere tra disegni, dipinti, fotografie, fotomontaggi e collage, corredati da documenti d’epoca provenienti dall’archivio dedicato all’artista, presentano per la prima volta in Italia, in modo sistematico, il lavoro artistico di Florence Henri. Nata nel 1893 a New York, Henri ha attraversato il Novecento obbedendo sempre e solo al suo incondizionato spirito creativo. Tra astrazione e figurazione, tra fotografia sperimentale e collage, tra lavoro in studio e in esterni, il suo percorso artistico si snoda superando le apparenti contraddizioni e mantenendo costante un alto livello qualitativo. I suoi paesaggi degli anni Trenta, dove rapidi e sintetici tocchi di colore riconducono i luoghi a un insieme di luce e struttura, sono assolutamente coerenti con i lavori fotografici realizzati in una quindicina d’anni a partire dal 1927, dove tagli compositivi, specchi, fotomontaggi ci restituiscono soggetti – siano essi nature morte o ritratti – assai lontani dalla mera riproduzione fotografica. La figura di Florence Henri si offre con questa ampia e inedita esposizione per l’Italia come paradigma di modernità, affermazione di una soggettività ricchissima e incapace di compromessi. www.museofico.it
Museo Nazionale dell’Automobile, dal 24 marzo al 15 maggio In esposizione una collezione di “cofani d’artista” realizzati da Cesar Pieri, Creative Design Manager di Jaguar, che ha trasformato in tele inusuali alcuni splendidi cofani, decorati con un personalissimo stile pittorico attraverso il quale il designer italo-brasiliano esprime la sua grande passione per il mondo dell’automobile e delle sue intramontabili icone. Un progetto per tornare a raccontare le diverse declinazioni dell’ispirazione artistica dei designers e le tante influenze e contaminazioni creative dalle quali traggono ispirazione. Sulle pedane, nove modelli di Jaguar – d’epoca e contemporanee – raccontano la storia del design della casa automobilistica britannica, il Giaguaro simbolo di potenza, lusso ed eleganza www.museoauto.it
Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, dal 16 aprile al 28 agosto. La mostra racconta una delle personalità di maggior rilievo della cultura architettonica italiana del XX secolo attraverso un itinerario che tocca le sue opere più significative, strettamente collegate ai luoghi, ai tempi e alle persone che ha incontrato. Da architetto Gae Aulenti ha sviluppato il suo percorso professionale attraverso il design, l’architettura, gli allestimenti e la scenografia, costruendo la sua carriera in un costante dialogo tra le arti. L’esposizione – curata da Nina Artioli, nipote di Gae Aulenti – parte dal luogo che più di ogni altro può raccontare la sua personalità, la casa studio di Milano, progettata nel 1974: un grande spazio a doppia altezza pieno di libri, di oggetti, di ricordi di viaggi, di prototipi, di quadri dedicati, di modelli, ognuno testimone delle numerose collaborazioni con artisti, registi, amici e intellettuali. Oggi questo luogo così ricco di memorie è la sede dell’Archivio Gae Aulenti, che si pone come obiettivo la conservazione e la promozione del patrimonio culturale che l’artista ci ha lasciato. www.pinacoteca-agnelli.it
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 31 marzo al 12 giugno Prima personale in Italia di Magali Reus (nata nel 1981 all’Aia, vive a Londra). Nelle sue opere, Magali Reus elabora e integra tutta una gamma di influenze formali e riferimenti storico-artistici: allude alla sfera domestica ma anche a quella industriale, all’aspetto funzionale e a quello decorativo. Come punto di partenza formale utilizza tipologie di oggetti di cui ci serviamo quotidianamente ma che a malapena notiamo, sia che abbiano una funzione specifica, sia che abbiano un mero scopo estetico. Questi oggetti hanno sempre una relazione con l’essere umano, con le sue azioni e il suo corpo e creano un’interazione che si evidenzia nella scultura di Reus. Sono presentate due serie di lavori recenti: In Place Of dedicata al bordo del marciapiede come elemento spazialmente strutturale e strutturante, in cui restano intrappolati diversi effetti personali, che puntualmente si tramutano in reperti archeologici pubblici e Leaves che parla di lucchetti, e più precisamente del loro specifico compito di nascondimento, esponendone però allo stesso tempo i meccanismi interni e il funzionamento. Ognuno di questi elementi è descritto con perizia maniacale, ed è stato progettato minuziosamente e poi realizzato dall’artista stessa. La mostra è una co-produzione con SculptureCenter, New York; Hepworth Wakefield, Yorkshire e Westfälischen Kunstvere in Münster. www.fsrr.org
Fondazione Merz, dal 9 marzo al 19 giugno Progetto inedito degli artisti Botto&Bruno concepito come un’unica grande installazione che si relaziona al luogo che la ospita soffermandosi sul valore simbolico che esso rappresenta, nella sua trasformazione da edificio industriale dismesso a centro di cultura. Il titolo – tratto dal brano Society di Eddie Vedder e colonna sonora del film Into the Wild – è una sorta di grido per riflettere sul futuro della nostra società e sulla follia contemporanea che tende ad azzerare la memoria. Un paesaggio fotografico ricopre quasi per intero le pareti perimetrali e la pavimentazione, riproducendo generici scenari di margini urbani uguali e diversi, in tante parti del mondo. All’interno di questo scenario degradato gli artisti individuano alcune pause, luoghi di riflessione: si tratta di tre strutture, un silos, un muro e un cinema concepiti dagli artisti come “ristori dell’anima”. Il silos è un luogo in cui la distruzione dell’uomo si è fermata: le immagini che lo ricoprono internamente riproducono una natura che si rimpossessa delle rovine. Un frammento di muro aggettante da cui escono simbolicamente parole e frasi che si disperdono sulle pareti, avvicina ad un terzo elemento, una piccola sala cinematografica chiamata Cinema Lancia, altro luogo dove l’immaginazione ha la possibilità di relazionarsi con il pubblico. www.fondazionemerz.org
Dal 23 aprile al 1° maggio Il TJF festeggia la sua quinta edizione con il programma più ricco di sempre: i grandi concerti del main stage serale in Piazza Castello, con Roy Paci la sua Orchestra del fuoco e la voce di Hindi Zahra, il virtuoso pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, il trombettista Fabrizio Bosso con un omaggio a Duke Ellington e, il 30 aprile, giornata Unesco del Jazz, l’Orchestra Nazionale Jazz – Giovani Talenti, diretta da Paolo Damiani, con ospite il sassofonista Rosario Giuliani. Infine, una sorprendente prima assoluta: Pulse! (Jazz and The City), un progetto di Max Casacci, Emanuele Cisi e Daniele Mana (Vaghe Stelle). I suoni e i rumori della città incontrano il jazz di Flavio Boltro, Furio Di Castri, Gianluca Petrella, Enzo Zirilli con la partecipazione di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti (Musica Nuda), Ensi e Enrico Rava. Il 25 aprile è dedicato per il terzo anno consecutivo al Jazz della Liberazione, una giornata che culmina con la MinAfrìc Orchestra, guidata da Pino Minafra in un incontro con il quartetto vocale femminile Faraualla che unisce attraverso la musica la Puglia dell’ensemble, intesa come ponte verso l’Oriente, il Mediterraneo, l’Africa, i Balcani. Chiusura con la Grande Festa Jazz del 1° maggio che vede protagonisti la Artchipel Orchestra con un programma sul prog-rock anni Settanta e la Giovanni Falzone Contemporary Orchestra che propone una suggestiva rilettura dei Led Zeppelin, in una lunga suite ispirata ai primi quattro album della band di Jimmy Page e Robert Plant. Gran finale con gli Incognito, pionieri dell’Acid Jazz Soul, che trasformeranno piazza Castello in un dancefloor a cielo aperto. www.torinojazzfestival.it
Museo Egizio, dal 5 marzo al 4 settembre A meno di un anno dall’inaugurazione del nuovo allestimento, il Museo Egizio presenta la prima mostra temporanea dedicata alla diffusione della cultura egizia nelle civiltà del Mediterraneo. L’esposizione – a cura di Federico Poole e Alessia Fassone – pone l’accento sull’incontro tra la cultura egizia e quella ellenistico romana, a partire da Alessandria d’Egitto fino alle case e ai luoghi di culto pompeiani. Con la mostra, il Museo inaugura anche il nuovo spazio espositivo di 600 metri quadri, dove saranno collocate opere provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, tra cui affreschi provenienti dagli scavi di Pompei per la prima volta esposti a Torino. Reperti egizi saranno presentati in giustapposizione dialogica con opere di epoca ellenistico romana nell’intento di sviluppare una riflessione sulla ricezione culturale e interrogarsi sul significato dei simboli e sulla capacità di immagini antiche di conservare i loro connotati essenziali diventando al contempo veicolo di nuove esigenze spirituali, sociali e politiche. La mostra è parte di un progetto nato dalla collaborazione con due tra le più importanti istituzioni archeologiche italiane come la Soprintendenza Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’allestimento è curato da Lorenzo Greppi. www.museoegizio.it
Palazzo Madama, Sala del Senato, dall’11 marzo al 4 luglio Una grande mostra con oltre ottanta dipinti dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo che illustrano la storia dell’arte francese, dall’avvento delle accademie fino alla nuova libertà della pittura en plein air proposta dagli impressionisti. Un itinerario inedito che va dai fasti della corte di Luigi XIV e di Madame de Pompadour fino alla vigilia dell’avanguardia, dove si intrecciano tutti i grandi temi della pittura moderna: dai soggetti sacri a quelli mitologici, dalla natura morta al ritratto, dal paesaggio alla scena di genere. Il percorso si apre con le influenze caravaggesche di Simon Vouet, elaborate attraverso gli esempi della scuola di Fontainebleau e soprattutto dei grandi maestri veneti del Cinquecento, come mostra la Madonna con bambino; prosegue con il vertice dei grandi maestri del classicismo, rappresentato da Philippe de Champaigne, i sommi Poussin e Lorrain; attraversa la nuova libertà della pittura di Watteau, Boucher e Fragonard, per approdare al ritorno all’antico di Greuze e alla poesia venata di Romanticismo di Vernet e Hubert Robert. L’ultima sezione intreccia al neoclassicismo di David e di Ingres, il realismo di Courbet, Daumier e Millet e il nuovo sentimento del paesaggio che si affaccia con Corot e con tutte le esperienze che preludono alla grande affermazione dell’Impressionismo. Renoir, Sisley, Monet, Pisarro, poi Cézanne e Matisse, pongono le basi per tutte le avanguardie che seguono, e segnano l’inizio dell’arte moderna. A FIANCO: Jean Auguste Dominique Ingres, Ritratto del conte Nikolai Guryev, 1821 www.palazzomadamatorino.it
Camera, Centro Italiano per la Fotografia, fino al...
Archivio Storico della Città, fino al 28 gennaio Grazie...
Reggia di Venaria, fino al 15 gennaio Nuovo progetto...